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Mafia, la Calcestruzzi
ferma l’attività in Sicilia

PALERMO
– Attività sospesa nel timore di infiltrazioni mafiose. Questa la
decisione che la Calcestruzzi s.r.l., l’azienda del gruppo Italcementi,
ha preso per sette suoi impianti di betonaggio in Sicilia. Dopo
l’inchiesta della Procura di Caltanissetta, su presunte infiltrazioni
delle cosche nel settore delle forniture edili, la società ha compiuto
una serie di verifiche interne che hanno individuato, negli impianti
che operano nell’isola, alcune irregolarità. Un’inchiesta che aveva
coinvolto anche Giovanni Laurino, responsabile della Calcestruzzi spa
di Riesi (Caltanissetta). Secondo gli investigatori vi sarebbe "un
forte interesse di Cosa nostra" nei confronti delle attività svolte
dall’impresa bergamasca in Sicilia. Laurino si sarebbe imposto per la
fornitura di calcestruzzo in alcuni cantieri che lavorano a opere
pubbliche e in altri cantieri privati.

Fatte dunque le verifiche, oltre a denunciare alla magistratura gli
episodi accertati e bloccare gli impianti in cui lavorano 26 persone,
la Calcestruzzi ha adottato una serie di misure disciplinari a carico
dei soggetti sospettati di condotte irregolari. "Una decisione doverosa
– si legge in un comunicato diffuso dall’azienda – in quanto la società
ritiene che debbano essere chiariti tutti gli aspetti delle vicende
irregolari, allontanati i responsabili, modificate le regole, le
procedure e le modalità di produzione in termini tali da impedire il
ripetersi di tali episodi".

Nel periodo di sospensione, l’attività sarà limitata esclusivamente
alle forniture per le quali la società ha obblighi contrattuali
vincolanti. "Tali commesse – si legge ancora nella nota – saranno
portate a termine sotto il controllo di funzionari provenienti da altre
sedi che assicureranno il corretto presidio delle centrali di
betonaggio". I dipendenti che non saranno oggetto di provvedimento
disciplinare verranno impegnati in lavori di manutenzione e in corsi di
formazione sulle regole generali che disciplinano l’attività. A loro
verrà assicurato il regolare trattamento economico.

"L’attività in Sicilia – dichiara l’azienda – sarà ripresa solo dopo la
corretta implementazione delle procedure operative (peraltro già
avviate fin dal 1997, anno di acquisizione della Calcestruzzi al tempo
detenuta dal gruppo Compart ex Ferruzzi) e il varo di sistemi di
controllo ancora più stringenti per la puntuale applicazione delle
regole aziendali".

Già nel luglio del 2006 l’azienda era stata iscritta
nel registro degli indagati dalla Dda di Caltanissetta per associazione
mafiosa e falso in bilancio. Pochi giorni dopo, in agosto, era stato arrestato il dirigente Fausto Volante, nell’ambito di un’inchiesta sulle cosche mafiose nissene.

(23 dicembre 2007)

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