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Preoccupazione ed incertezza tra le famiglie siciliane: cresce il costo della vita e si riducono i risparmi
Indagine dell’Istituto di Ricerche Demopolis

di PIETRO VENTO

Costo
della vita e disoccupazione giovanile rappresentano oggi le principali
preoccupazioni per le famiglie siciliane, che sembrano avvertire, più
che nel resto del Paese, una profonda incertezza nelle aspettative
verso il futuro.
Si allargano  le sperequazioni, con un ulteriore
aumento del benessere delle classi ad alto reddito, una diffusa
estensione dell’area dell’indigenza ed un progressivo impoverimento
della classe media a reddito fisso.
È quanto emerge dall’ultima
indagine sul costo della vita e sul risparmio, condotta dall’Istituto
Nazionale di Ricerche Demopolis su un campione rappresentativo delle
famiglie residenti nell’Isola.
Si modificano in Sicilia abitudini,
comportamenti, consumi. Si riduce la propensione al risparmio. Dopo i
pesanti effetti inflazionistici del periodo successivo all’introduzione
dell’euro, torna a registrarsi oggi, tra i cittadini, una percezione di
costante incremento dei prezzi, ben superiore a quanto rilevato
dall’Istat.
Per più di un siciliano su due, nel corso degli ultimi
dodici mesi, i prezzi dei beni di largo consumo sono aumentati più del
10%, per uno su tre tra il 5% ed il 10%.
Appaiono in netto aumento
i costi di carburante e generi alimentari, le tariffe delle utenze
domestiche, gas ed Enel in particolare. Una percezione, quella dei
cittadini intervistati, che spesso non è distante dalla realtà. Forte è
la richiesta di maggiore tutela e informazione, di iniziative mirate a
garantire più trasparenza sul mercato ed un più attento controllo dei
prezzi nel percorso di filiera dei prodotti alimentari.
Si è
costretti a ridurre le spese, soprattutto da parte dei soggetti con
redditi più contenuti, di coloro che non possiedono immobili. In una
situazione di debolezza sembrano soprattutto le persone più avanti
nell’età, le famiglie numerose con figli, spesso monoreddito. Si
rinuncia ai viaggi e alle gite nel week-end (67%), si tagliano i costi
per il tempo libero e l’abbigliamento. Ma in genere, per non modificare
il livello complessivo dei consumi, per “non restare indietro”, ad
esempio nell’acquisto degli ultimi beni tecnologici, si preferisce
rinunciare a risparmiare, utilizzando magari quanto in passato si è
messo da parte.
Secondo la ricerca dell’Istituto Demopolis, si
riduce il numero di coloro che riescono a risparmiare, ma aumenta anche
la percentuale di coloro che vivono in rosso. Meno di una famiglia
siciliana su quattro è riuscita, nell’ultimo anno, a conservare una
parte degli introiti; il 40% ha utilizzato integralmente il reddito per
arrivare a fine mese. Il 22% è stato costretto a ricorrere ai risparmi
precedenti, il 14%, infine, ha fatto ricorso a prestiti per far fronte
alle spese quotidiane.
Il 53% delle famiglie intervistate ha in atto
dei mutui per l’acquisto di una casa e/o debiti con banche o società
finanziarie, nei confronti delle quali – dopo le vicende Parmalat,
Cirio, dei bond argentini e dei tassi dei mutui variabili – si registra
una grave crisi di fiducia da parte dei cittadini che vorrebbero
informazioni più chiare su costi e servizi. Si dichiarano confusi, gli
intervistati; affermano di sapere troppo poco in materia di finanza:
dovendo dare un voto alla propria capacità di investire i risparmi,
esprimono un’autovalutazione media pari a “4”.
Una grave incertezza
nel “sentiment” dei siciliani, nella loro visione del futuro: solo una
minoranza ritiene che, nel corso dei prossimi mesi, migliorerà la
situazione economica del Paese e della propria famiglia.

Le rinunce e i tagli nelle spese: i siciliani raccontano


di MARIA SABRINA TITONE

Ha
trentasei anni, una moglie, due figli di sette e tre anni. Guadagna
novecento euro al mese e vive in una piccola casa in affitto. E ci
vuole coraggio a chiedere proprio a lui se riesce a mettere da parte
qualcosa per il futuro.
«Mia moglie non può lavorare – racconta –.
Con i bambini piccoli ed i genitori ammalati, fino ad ora è stato
impossibile». Con un reddito così basso ed una famiglia da mantenere,
l’unica spesa ineliminabile è il cibo. Di tutto il resto, hanno
imparato a fare a meno. L’ultimo viaggio lo ricorda con tanta
nostalgia: in campeggio con gli amici, a diciotto anni. L’unico lusso
rimasto sono le sigarette, ma le più economiche, in pacchetti da dieci,
«e mi sa che, prima o poi, – confida – ci togliamo pure ‘sto vizio».
Alla fine del mese, non resta un euro da mettere da parte, «ma se ci
arriviamo senza debiti, siamo proprio contenti».
Oggi, in Sicilia,
solo il 24% delle famiglie riesce a risparmiare qualcosa a fine mese,
ma non tutti si accontentano di non doversi indebitare per far fronte
alle spese di casa.
«L’inizio della scuola quest’anno è stato un
salasso – confessa un’insegnante –. Lavoriamo in due: mio marito è
impiegato, per fortuna da qualche anno è “messo in regola”. Ma i
bambini crescono, e lo scorso mese abbiamo dovuto comprare tutto nuovo:
scarpe, pantaloni, maglie e giubbotti. Una mazzata!». Due stipendi, una
casa di proprietà, due figli, di dieci e quattordici anni. La loro è
una classica “famiglia media italiana”, ma anche in questo caso il
costo della vita non consente di risparmiare. «Mettere qualcosa da
parte? Magari! Sa quanto costa un diario scolastico? Ricordo ancora
quando, con 5 mila lire, si poteva comprare il più bello. Oggi con 5
euro ne viene mezzo».
Nella percezione delle famiglie siciliane,
con l’introduzione dell’euro, il costo della vita è praticamente
raddoppiato. Ma c’è di peggio: i prezzi non smettono di crescere. Più
del 10% nell’ultimo anno, è la valutazione della maggioranza dei
siciliani raccolta dall’Istituto di ricerche Demopolis. Ed anche nelle
moderne famiglie “mono-nucleari” il costo della vita rende quasi
impossibile risparmiare.
«Cerco di fare la spesa a settimane
alterne. I detersivi li compro a parte, dove posso risparmiare. Lussi?
Oramai solo la palestra». Impiegata di mezz’età, single, casa in
affitto. Uno stipendio di circa mille euro e nessuna passione per lo
shopping. «Il poco che mi serve, lo compro nei mercati rionali. Non più
di una volta ogni due anni». Ed anche per le ricorrenze, oramai, gli
acquisti sono molto mirati: «Questo giubbotto me lo hanno regalato per
l’ultimo compleanno. Non sopportavano più di vedermi tutta
sbrindellata».
La questione “risparmio” anche per i single è assai
spinosa. «Certi mesi mi impongo di mettere qualcosa da parte. Appena
ricevuto lo stipendio, tolgo 50 euro e li nascondo a me stessa. Se no
l’assicurazione della macchina chi la paga? E lo so che non ci
crederete, ma non ho neanche un conto in banca. Sarebbe inutile». Come
ai vecchi tempi, i pochi risparmi finiscono sotto il mattone. Tanto
durano poco.

Nota metodologica e informativa

L’indagine
sul costo della vita e sul risparmio in Sicilia, coordinata e diretta
da Pietro Vento, con la collaborazione di Giusy Montalbano, è stata
realizzata – per conto del quotidiano La Sicilia – dall’Istituto
Nazionale di Ricerche DEMOPOLIS, specializzato nell’analisi
dell’opinione pubblica, nelle indagini demoscopiche, nella
comunicazione strategica e negli studi sociali, politici, istituzionali
e di marketing territoriale.
La rilevazione demoscopica è stata
condotta – per conto del quotidiano La Sicilia e del programma ‘Prima
Pagina’ dell’emittente Antenna Sicilia – dal 3 all’8 novembre 2007 su
un campione regionale di 504 cittadini maggiorenni, rappresentativo
dell’universo delle famiglie residenti in Sicilia, stratificato per
classi di età, sesso, titolo di studi ed area di residenza.
Qustionario
di ricerca a cura di G. Montalbano; M.S. Titone ha contribuito
all’analisi dei dati; supervisione della rilevazione con metodologia
CATI di M.E. Tabacchi.

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