Lettera di Michele sul 12 Dicembre

12 DICEMBRE 1969 – 12 DICEMBRE 2007

Sono passati quasi 40 anni
da quando lo stato decise di inaugurare la strategia della tensione
facendo scoppiare una bomba, per mano fascista, all’interno della banca
dell’agricoltura a Milano.
16 furono le vittime, 17 con Pinelli
lanciato da una finestra della questura. Subito le accuse piombarono
sugli anarchici per coprire la mano fascista e la mente istituzionale
del vile attentato. Ennesima dimostrazione di come lo stato assolve se
stesso, i suoi crimini e i suoi terroristi.
Sono passati quasi 40
anni, il processo è finito senza condanne e con la beffa per i parenti
delle vittime, costretti a pagare anche le spese processuali.
Il
periodo della strategia della tensione si è concluso da qualche anno,
ma la libertà è un concetto ancora lontano. I governi che si sono
succeduti fino ad oggi si sono riempiti la bocca di parole come
“democrazia”, “diritti per tutti”, “pace”, ma la realtà è che la
libertà d’espressione è fortemente minata e l’informazione censurata e
pilotata. Il dissenso non è tollerato e ogni focolaio di lotta viene
represso duramente.
Parlano di sicurezza sul lavoro e di diminuire
la precarietà: ma in fabbrica e in cantiere si continua a morire per
uno stipendio misero che a volte non basta nemmeno per pagare
l’affitto. “Non ci sono soldi” è la risposta del governo ai lavoratori
in sciopero. “Non ci sono soldi” ma i padroni vivono nel lusso
speculando sulla pelle dei lavoratori!
“Non ci sono soldi” ma chi governa si regala 20.000 euro al mese per rimanere aggrappato alla sua poltrona.
“Non ci sono soldi” ma si spendono centinaia di migliaia di euro per costruire nasi militari e comprare aerei da guerra.
“Non
ci sono soldi” ma i generali dell’esercito prendono più di 100 euro al
giorno per esportare morte nei teatri di guerra; in Iraq, Libano,
Palestina, Afghanistan muoiono donne, uomini e bambini per soddisfare
la sete di potere delle potenze occidentali.
Oggi 12 dicembre lo stato, non a caso, ha deciso di processare chi lotta contro tutto questo.
Chi si organizza e lotta contro questo sistema, che si basa sul benessere di pochi, viene represso e arrestato.
Compagni
che lottano in prima linea nei loro posti di lavoro, nelle università,
nelle piazze e che hanno deciso di organizzarsi contro questa società
vengono additati come terroristi.
Ma lo stato, ancora una volta, non
ha fatto bene i suoi conti, non possono 4 mura rinchiudere le nostre
idee e non basta il carcere a fiaccare la nostra determinazione e la
nostra resistenza. La lotta continua e si rafforza sempre più, le
nostre idee non si possono arrestare.

Uniti si vince.
L’ERBA CATTIVA NON MUORE MAI!   
A pugno chiuso

Michelino

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